Al Garante della privacy non piace Google Analytics

Al Garante della privacy non piace Google Analytics

Migliaia di siti rischiano di dover rinunciare al servizio statunitense che analizza il traffico online, ritenuto non compatibile con le regole europee

Giovedì 23 giugno il Garante per la protezione dei dati personali ha reso noto un provvedimento, che era stato assunto un paio di settimane prima, che definisce incompatibile il funzionamento di Google Analytics con le regole sulla privacy previste nell’Unione Europa. Le verifiche hanno riguardato uno specifico sito web, ma le conclusioni interessano di fatto tutti i siti che utilizzano quello strumento di Google, tra i più impiegati e diffusi per rilevare le visite e le attività degli utenti sui singoli siti web. Da giorni si discute sulle potenziali conseguenze per centinaia di migliaia di siti che utilizzano Google Analytics (GA) e che potrebbero non essere considerati in regola dal Garante.

Il provvedimento è il frutto di una lunga indagine partita da alcuni reclami e che ha coinvolto anche altre autorità europee, proprio per verificare se GA fosse compatibile con il Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Unione Europea (GDPR). Al termine dell’istruttoria, il Garante ha concluso che il servizio di Google non rispetta la normativa, perché i dati che vengono raccolti sulle attività degli utenti sono trasferiti negli Stati Uniti, un paese che non offre sufficienti garanzie per la privacy rispetto a quanto previsto dal GDPR.

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